Non le sembra esagerato il fatto di voler diffondere una idea di famiglia omosessuale in Italia con una potenza cattolica come Roma?
No. Perchè alla fine la potenza cattolica è molto più sulla politica che sulla società. E infatti ce ne accorgiamo noi coppie gay con bambini, che incontriamo un ambiente dove la reazione non è cosi differente rispetto ad altre grandi città come Ginevra, dove vivevo prima, o Roma, dove vivo adesso. La differenza la noto nella politica, nella mancanza di diritti, nella percezione del problema in generale su cui è necessario legiferare. L’Italia non è più omofoba di tanti altri paesi della maggior parte dei paesi europei. Non è la Scandinavia, ma non è lontana dalla Spagna, dalla Francia… Servirebbe una politica illuminata, che faccia un po’ più da guida… E invece abbiamo una politica che trascina, tipo palla al piede, la società.
Quindi secondo lei manca qualcosa a livello legislativo, non culturale…
Certo. Perchè si è creato un vuoto. Perchè queste famiglie ora ci sono… In un paese globalizzato, dove prendi Easyjet e vai in Spagna e risolvi il problema che in Italia non c’è una legge… Cioè, finchè le cose sono permesse all’estero e se si aggiunge che oggi viaggiare nel mondo non è più una difficoltà, è inutile chiudere gli occhi in un mondo che sta crescendo. Il fenomeno delle coppie di fatto sta aumentando e diventerà una realtà sociale su cui le amministrazioni non dicono nulla. E queste amministrazioni perdono anche un po’ il controllo, perchè la società va talmente avanti che le amministrazioni non riescono a rappresentarla. E quindi perdono il contatto con essa.
Secondo lei, tra dieci anni potremo vedere dei genitori dello stesso sesso che camminano con i propri figli per la strada?
Ma li vediamo già. Io personalmente vado tutti i giorni a fare la spesa. Ci sono già queste famiglie. Se ne vedranno sempre di più. E poi fatto da non sottovalutare è che siamo circondati. Perchè, oltre a tutti gli altri paesi che confinano con noi, anche la Francia metterà in analisi una legge sulla adozioni per omosessuali. Pensi soltanto a due papà con due figlie adottive che vengono a lavorare a Roma per una multinazionale. Che succede: la scuola non riconosce che quelli sono i genitori? Il bambino è orfano? L’ospedale non riconosce a entrambi i genitori la paternità? Diventa proprio un problema amministrativo… Non è un fatto di ideologia. E’ un fatto di governare, di dare ad una realtà esistente un inquadramento preciso